Dalla Dietista del Centro, Raffaella Bosisio
Originario dei paesi balcanici, il pastrami (in romeno pastramà) non è altro che un taglio di manzo affumicato. Nasce, prima dell’avvento della refrigerazione, come metodo di conservazione della carne. Il pastrami si ottiene con una lenta lavorazione: prima lo si mette in salamoia, poi si passa all’essicazione tramite leggera affumicatura, infine, condito con molte spezie, si porta a cottura in forno. L’intero processo può durare anche cinque giorni. E’ una ricetta che rispetta i dettami della cucina kosher: infatti è stata portata negli Stati Uniti, nel primo novecento, dagli immigrati ebrei dell’Europa orientale. A New York è diventato un panino famosissimo. Viene impiegato il “brisket”, pancia di manzo affumicata, che viene servito tagliato in fette sottilissime (almeno 8) tra due pezzi di pane di segale. Condito con salse e sottaceti, molto spesso viene arricchito anche da formaggio, rendendolo così un sandwich molto ricco.
Un “pastrami”. Kcal 217.00; carboidrati 15.88 g; proteine 26.08 g; lipidi 4.9 g (saturi 1.84 g; polinsaturi 0.81 g; monoinsaturi 1.48 g); fibra 1.6 g.