Studi di coorte osservazionali e uno studio di prevenzione secondaria hanno mostrato una associazione inversa tra aderenza alla dieta mediterranea e rischio cardiovascolare. Ricercatori coordinati da Ramón Estruch dell’Instituto de Salud Carlos III di Madrid hanno aggiunto un ulteriore mattoncino a favore della dieta mediterranea con lo studio PREDIMED (Prevención con Dieta Mediterránea), uno studio prospettico di prevenzione primaria, che ha arruolato 7.447 individui (55-80 anni, 57% donne) ad alto rischio cardiovascolare, ma senza malattia cardiovascolare all’arruolamento. I partecipanti sono stati suddivisi in 3 gruppi: a un gruppo (n=2543) è stata prescritta dieta mediterranea integrata con olio d’oliva extravergine (almeno 4 cucchiai al giorno), a un gruppo (n=2454) una dieta mediterranea integrata con frutta secca mista (30 gr. al giorno di noci, nocciole e mandorle) e a un terzo gruppo (n=2450) una dieta controllata standard. L’endpoint primario era un evento cardiovascolare maggiore (MCE: infarto miocardico, ictus o morte per cause cardiovascolari).
Durante il follow-up di 4.8 anni si sono verificati 288 MCE: 96 nel gruppo dieta mediterranea+olio d’oliva, 83 nel gruppo dieta mediterranea+frutta secca, 109 nel gruppo controllo. La dieta mediterranea ha ridotto gli eventi del 31% quando integrata con olio d’oliva e del 28% quando intergrata con frutta secca.
New Engl J Med (IF=79.258) 378:e34,2018