Un infarto miocardico che non viene diagnosticato perché non accompagnato dai sintomi tipici (o i sintomi non vengono riconosciuti dal paziente) viene definito infarto silente.
Uno studio condotto in Finlandia e Stati Uniti, analizzando le autopsie e gli ECG disponibili di oltre 5 mila persone decedute, ha rilevato un legame tra pregressi infarti miocardici silenti e morte cardiaca improvvisa.
I ricercatori hanno esaminato i dati di 5869 individui (età media 64.9 anni, 78.8% uomini) deceduti per morte cardiaca improvvisa. In 4392 casi (74.8%) la causa della morte è stata una cardiopatia coronarica (CAD). Tra questi, 3122 soggetti (il 71.1%) non avevano precedenti della patologia; ma in 1322 (42.4%) di essi sono state osservate, durante l’autopsia, vecchie cicatrici miocardiche, segno di un pregresso infarto silente. Costoro erano più anziani, più spesso maschi, e avevano un cuore di maggiori dimensioni rispetto agli individui senza pregresso infarto silente; la morte cardiaca improvvisa spesso era avvenuta durante l’attività fisica.
Un pregresso infarto silente si associa quindi a ipertrofia cardiaca e aumentato rischio di morte improvvisa. Di qui la necessità di una più accurata diagnosi, al fine di implementare misure terapeutiche in grado di ridurre le morti improvvise.
JAMA Cardiol (IF=11.866) 2019 Jul 10, doi: 10.1001/jamacardio.2019.2210